«In effetti Marì, come abbiamo già visto, ha una naturale fiducia verso tutti i viventi, e soprattutto li mette alla prova prima di giudicarli.
Un esempio è il suo rapporto con Buffardello»
«Buffardello, come tutti i buffardelli, è marchiato dai pregiudizi: secondo il parere comune, questi omini della foresta non sono veramente pericolosi, ma non sono nemmeno solidali con gli uomini, anzi, sono così fastidiosi da essere quasi dannosi: fanno piangere i bambini nelle culle, affaticano il respiro ai dormienti, rendono inquieti i cavalli e il bestiame, si divertono a intrecciare le loro criniere. Viene voglia di scacciarli!
Quando Marì chiede a Cella informazioni su di lui, lei le dice che i buffardelli sono rustici, gelosi della loro solitudine e sono dispettosi con gli uomini, perché li considerano invasori dei loro territori… ma che qualche volta si dimostrano generosi.
In effetti il primo impatto di Marì con il suo amico non è dei migliori, sembra dare ragione alle dicerie … ma lei non si lascia impressionare.
Conoscendolo, infatti, scopre una realtà diversa: Buffardello ha un bel caratterino, è pungente e un po’ vanitoso, spesso impertinente, ma ha un animo buono e generoso, solidale, capace di sfidare pericoli per amicizia. È lui che per primo individua il dramma che si sta abbattendo sulla Valle, è lui che subito si mette in moto per salvarla.
Ecco un dialogo significativo tra i due:
«Toglimi una curiosità, Buffy. Posso chiamarti così per risparmiare tempo? Tu non sei in rotta con gli uomini? Perché ti preoccupi per loro?». «Caccolina, a chi li faccio i miei dispettucci, se gli uomini scompaiono dalla Valle? Non c’è più gusto! Ormai sono passati secoli di tira e molla tra di noi, io ho bisogno di loro per divertirmi e loro hanno bisogno di me, delle mie capriole e dei miei scherzi per essere più vivi, anche se non lo ammetterebbero mai! Non hanno molta fantasia!» (p. 30)
Buffardello non solo si dà da fare per salvare la Valle, proteggendo sempre le sue nuove amiche Marì e Teresita, ma stimola gli umani alla giocosità, le sue capriole sono uno sberleffo alla eccessiva seriosità, a una vita basata solo sull’interesse economico.
L’assenza dei buffardelli denuncia un impoverimento della capacità di ascoltare liberamente le voci della fantasia. E non è un caso che Buffardello ricompaia proprio a Marì, che invece mantiene la tendenza di stupirsi delle cose che la circondano, che crede nel linguaggio della fantasia, che è empatica, che sa sognare»