Ci puoi dire quali sono le caratteristiche, le qualità della protagonista, di questa Marì?

Marì - Protagonista di pericolo in agguato

«Prima di tutto vorrei precisare che quelle caratteristiche non nascono da una mia invenzione, ma dalla mia osservazione. Marì mi si è presentata in un modo ben preciso, e io come autrice ho dovuto necessariamente descriverla così come era.
Queste qualità, così come le ho viste, le trasmetto fedelmente alle mie lettrici e ai miei lettori.
Eccole quindi:
Marì è curiosa e decisa.
Curiosa: non è la curiosità del gossip, ma è la voglia di scoprire cosa si nasconde dietro un “mistero”, grande o piccolo che sia, per ampliare la propria conoscenza, saperne di più sul mondo. È la stessa “curiosità” che spinge un bambino piccolo a chiedere ai genitori, ai fratelli più grandi: perché? Sempre, instancabilmente. È quella spinta conoscitiva che fonda le piccole scoperte quotidiane, ma anche ogni grande scoperta, ogni grande sapere.
Decisa: Marì cerca di raggiungere i propri obiettivi, piccoli o grandi che siano, e anche nei momenti più difficili non si scoraggia. Cerca sempre una via di uscita, scopre soluzioni intermedie, che la avvicinano alla meta.

Queste sono le due qualità che la caratterizzano fin dall’inizio.
È interessante vedere come altre sue caratteristiche emergano nel corso della storia, in seguito alle sue decisioni, alle sue azioni. Per Marì l’avventura raccontata nel primo libro è una sfida, una prova importante.
In effetti noi non conosciamo tutte le nostre potenzialità, finché non ci mettiamo alla prova. Quasi sempre è la vita che ci sfida, a volte capita che siano sfide molto pesanti da accettare. Le sfide terminano solo quando finisce la nostra esistenza.

Quindi, nel corso della vicenda, scopriamo che:
È generosa, disposta a rischiare in prima persona: si mette in gioco personalmente per la salvezza della Valle, anche quando il pericolo è quasi certo e imprevedibile, sa vincere la paura.
Sa chiedere aiuto a chi ne sa più di lei. Riconosce la competenza di altri, quando la incontra. Anche se questi altri sono alberi, personaggi fantastici, animali o passatidilà.
Lei prima ascolta, poi giudica secondo i criteri che possiede, naturalmente.
Può sbagliare, ma in genere riconosce i propri errori senza sentirsi troppo umiliata, senza negarli. Difficilmente si arrabbia, con gli amici, se succede la sua irritazione dura poco. Marì non si sente incompresa, ha una sua sicurezza personale, quindi per lei è semplice seguire una propria via senza esprimere rabbia o rancore. La fanno indignare le ingiustizie … ma l’indignazione è diversa dalla rabbia! Lo sapete, non è vero?
Sa persuadere. È attraverso la persuasione che convince i ragazzi di Busaltica a rinunciare ai propri pomeriggi di piacevole ozio per mettersi in gioco e lavorare per la Valle. Persuade le persone perché ci crede, ci mette il cuore.
Valorizza l’amicizia, pensa al bene degli amici. E nel corso della storia amplierà le sue conoscenze, si aprirà a quei ragazzi suoi coetanei che forse la intimidiscono un po’, ma anche la attirano tanto.
Marì mi ha insegnato a coltivare la capacità di accogliere l’altro da sé, imparando ad ascoltarlo con rispetto, a criticarlo solo se e quando è veramente necessario, e allora sì, con coraggio e decisione.

Naturalmente, come tutti noi, ha anche dei difetti: quando si impunta su qualcosa è un po’ petulante, insistente.
Inoltre non sempre valuta le conseguenze di quello che sta facendo, spesso si butta sparata …
A volte è persino troppo ottimista, forse un po’ sempliciotta, nel secondo libro dovrà fare i conti con questo aspetto.
Inoltre … ma lo dico solo a voi, mi raccomando, acqua in bocca … a volte i suoi calzini non sono proprio freschi di bucato!
E forse le sue lettrici e i suoi lettori di difetti ne scoveranno altri … va beh, c’è di peggio al mondo!»

Perché continuamente senti il bisogno di precisare “lettrici e lettori” e non semplicemente “lettori”, che nella lingua italiana li comprende entrambi?

«In effetti è una questione che mi sono posta.
Quando ho dovuto esprimere nella lingua italiana il mio contatto coi lettori, ho trovato, come tutti sappiamo, vocaboli ambigenere (ragazzi, lettori) declinati al maschile. Da qui la necessità di rivolgermi esplicitamente anche alle lettrici, a cui certamente è dedicato il libro.
Mi è venuto naturale scrivere un racconto in cui la protagonista è una ragazza che decide, agisce. E devo dire che mi è piaciuto. Quando ero io una ragazzina ho letto una tonnellata di libri, quasi tutti con eroi maschili. Erano entusiasmanti, mi piaceva conoscere quel mondo. Però … io con chi mi potevo immedesimare?
Il mio però non vuole essere un libro solo per ragazze, è indirizzato anche a un pubblico maschile. Penso che sia importante che i ragazzi maschi leggano anche libri che hanno per protagoniste delle ragazze, così imparano a conoscere il loro modo di pensare, a rispettarle fin dalla più giovane età … in fondo questi due mondi si devono incontrare, nel rispetto reciproco (e questo non lo penso solo io, anche importanti psicologi dicono qualcosa di simile).
So che la questione della resa letteraria del genere è spinosa, e prevede ulteriori possibilità. Scusatemi, io mi sono fermata qui.»