«La cantina in ogni casa è molto importante: è il deposito delle sue provviste (marmellate e conserve, frutta, verdure), degli attrezzi, e anche delle cose temporaneamente scartate, che però è meglio non buttare, perché non si sa mai! Quindi ha il compito di custodire le piccole ricchezze della casa.
Contiene però anche una parte buia, inesplorata, quella che Marì non vuole ancora affrontare: è il luogo della paura, dice il racconto.
Bisogna spiegare meglio questa definizione. Quel luogo buio, inesplorato, racchiude tutte le paure e le angosce legate al passato di Marì, al rapporto coi suoi genitori, a quello che è successo a Stramonio e che lei non conosce, ma contiene anche le inquietudini che a volte prendono noi esseri umani, spesso senza motivi apparenti: un senso vago o invadente di minaccia, la paura della morte o della sofferenza, la paura di un attacco, di una aggressione … e anche i timori legati al futuro: Marì ora non ci pensa troppo, ma se ci pensa non sa cosa le riserverà …
Ora dico una cosa un po’ da prof.: in termini psicoanalitici potrebbe rappresentare l’inconscio, il grande deposito delle nostre esperienze vissute, che secondo Jung le travalica e si estende addirittura alla memoria di tutta la specie umana, e che quindi ci lega al resto dell’umanità: lui lo chiama l’inconscio collettivo. Comunque, teorie a parte, ci siamo capiti, credo.
Prima o poi questo luogo oscuro lo dobbiamo affrontare, dobbiamo vincere o almeno addomesticare quelle paure, superarle, se vogliamo crescere. Quindi è un luogo molto importante, soprattutto nel terzo libro (mannaggia, mi è scappato … in effetti, c’è l’idea di un terzo libro, ma doveva restare un segreto! Non ditelo a nessuno!)
La soffitta è il luogo dell’immaginare, del progettare, del conoscere, del sognare. È il luogo di cova di Marì, dove lei, leggendo, pensando, fantasticando, progettando, elabora il suo modo personale di vedere il mondo, nel presente e nel futuro. E, in base ai suoi pensieri, prende decisioni …
La stanza di mezzo è la stanza del calduccio della stufa, della pasta al forno, delle torte, delle marmellate … non dimentichiamo che a Marì piace cucinare. È il posto dove dormicchiare sul divano-letto, col gatto Bibo sdraiato accanto, ma anche quello in cui accogliere l’amica Teresita e le altre persone che la vengono a trovare. È il luogo in cui si svolge la vita quotidiana nella sua routine, le solite cose che rispondono ai nostri bisogni più immediati e confortano la nostra esistenza.
Bene, ci sarebbero sicuramente altre cose da dire, ma il tempo stringe, abbiamo già chiacchierato a lungo! Ti auguro con tutto il cuore che questa storia abbia successo e sia conosciuta da tanti giovani, ragazze e ragazzi. E anche dagli adulti. E aspettiamo la prosecuzione …
Ti ringrazio, mi hai dato la possibilità di spiegare meglio ai miei lettori e anche ai semplici curiosi le stratificazioni che ci dietro una storia, anche la più semplice.
In questa storia io ci credo molto, spero davvero che diffonda un messaggio costruttivo, un invito alla fiducia e alla responsabilità. E altre storie bollono in pentola, in attesa.